giovedì 11 ottobre 2007

LA MIA ARTE.....Sonia Mutti
















Mutti Sonia Rosaria, nata a Milano il 30 gennaio 1974. Nella nostra famiglia l’interesse principale era l’arte. Sono cresciuta accanto ad un’agenzia giornalistica, dove il passaggio di artisti era all’ordine del giorno. Erano i primi anni ’80 e conobbi Pasquale Raffaello D’Orlando, magnifico pittore dell’Universalismo, la quale teoria era basata sulla “Quarta Dimensione” (spazio e tempo). Ero piccola ma adoravo il mondo della pittura e l’amalgamare dei colori mi faceva scoprire nuove emozioni ed esplodere la mia creatività. Avevo anche zii e cugini che dipingevano, ma non riuscivo a capire cosa volevano fare visto che le loro teorie erano basate sul copiare. Con D’Orlando avevo scoperto oltre il vedere. Ero la sua modella preferita per i ritratti fatti al momento, mi ritraeva in qualsiasi attività che svolgevo da bambina. Verso il 1982 vedo la mia prima mostra, quella di D’Orlando. Mi innamorai completamente di quel mondo, aprendo le porte della cultura prima del previsto. Dopo alcuni anni di bozzetti e i primi approcci con la matita dalle varie ed eleganti sfumature, passai al carboncino, pastello, acquarello, tempera, fino ad arrivare al gioco dei “colori veri”, i colori a olio. Odori e sensazioni diversi in ogni passaggio. Mi iscrissi all’ Istituto Professionale “G. Cova” come ‘addetto laboratorio serigrafico e grafico’, come scuola alternativa, visto che i miei genitori non volevano che studiassi l’artistico considerata scuola di poca opportunità. Uscii con un ottimo voto, nonostante i miei continui contrasti d’opinione, il non approvare alcuni pensieri per quanto riguardava la tecnica pittorica. Oltre l’arte grafica e serigrafia, imparai la fotografia, esplorando un mondo visto da un altro occhio. Studiai psicologia del linguaggio immagine-colore e movimento per esprimere non solo quello che si vede. Nel 1993 ebbi problemi di salute che mi crearono oltre alle difficoltà fisiche anche quelle psicologiche. Caddero tutte le mie prospettive entrando in un periodo di completa crisi. Non riuscivo più a disegnare. Dopo l’ennesima paura e non sapendo come sfogarmi, riuscii pian piano a scaricarli sulla tela tutti i miei sentimenti. Trasformai me stessa in colore, in movimento, in chiaro e scuro, in luce. Da quel giorno ci furono un susseguirsi di dipinti, lavori in matita, alternando giorni di pieno lavoro a quelli di piena tranquillità, arrivando a creare e terminare quadri in una sola notte. Nel 1996/1997 ho approfondito la mia conoscenza dell’arte grafica seguendo un corso d’informatica presso l’Istituto delle Marcelline. Nel 1997/1998 mi iscrissi ad un corso di Assistenza all’Infanzia presso il “Pronto Baby” imparando il movimento corporeo libero immedesimandomi in oggetto, pianta, animale, musica, colore, essere liberi nell’interno dell’essere. Conoscendo e vivendo in un mondo di bambini entrai perfettamente in sintonia con esso. Dopo piccoli lavori e nuove esperienze lavorative come commessa, centralinista, disegnatore grafico per un gioielliere, lavorai per 4 anni presso l’Istituto delle Marcelline con varie mansioni fino ad arrivare a gestire un negozio. Con i vari cambiamenti ed estenuanti ore lavorative, dipingere era diventato poco creativo. Nel 1999 entrai per l’ennesima volta in crisi, il problema del passato mi riprendeva alla gola, ma nonostante tutto non smisi di dipingere anzi accentuò la mia voglia e da allora non ho più smesso. Scoprii il corpo umano, quanto era delizioso ed universale, movimenti e luci mai viste. Incominciai a dipingerle, erano donne che conoscevo ed altre rappresentavano il mio “Io”. Dopo tanti anni nessuno che mi conosceva riusciva a stimolarmi per continuare a creare. Erano censurati i nudi, privilegiare i dipinti con paesaggio e nature morte. Nel 2000 conobbi un pittore anziano, Sig. Sassi, specializzato nell’uso dell’acquarello. Anche se non condividevo il genere, guardare i suoi quadri mi aiutò nello sviluppare gli effetti della luce. Nel 2003 conobbi Federico Guida, un giovane pittore quotato nel mondo dell’arte, il quale con suggerimenti e consigli mi ha aiutato a sviluppare ed ampliare la mia tecnica. Entrambi ritraiamo nudi ma ricreando completamente due tipi di generi; Donna ipnotica per lui e Donna-Donna per me. Oggi la mia tecnica pittorica è in piena evoluzione, mischio vari colori, uso ogni tipo di tecnica, mischio vari componenti veri colori inesistenti. Quello che voglio esprimere non è solo la parte estetica del soggetto, ma quanto c’è oltre la vista dell’occhio. Quale sensazione ti suscita un colore? Perché forti pennellate e piccole pennellate? Il dipingere è il trasmettere delle proprie emozioni, cosa fa sentire, perché e come reagiamo ad esso. Nel dipingere è un accostare di varie sensazioni, il voler toccare con mano, quella pelle, quelle labbra, sentirlo fremere, fino a percepire il pensiero del soggetto, renderlo vivo. Non mi basta rappresentare un qualcosa, voglio viverlo.












RECENSIONI Diverse …….. Emozioni di dott.Luciano Lepri




Sonia Rosaria Mutti, milanese, particolarmente attenta alla tecnica nella costruzione del quadro è, da sempre, attratta dall’elemento femminile con il quale, e attraverso il quale, comunica la sua poetica, i suoi sentimenti, la particolare simbiosi che concepisce con il mondo floreale, dove sogno e realtà si confondono in compiaciute, icastiche visioni.



















Le donne di Sonia Mutti di dott.sa Agata De Laurentiis






Dipingere il corpo di una donna è un percorso affascinante quanto difficile. Bisogna studiare l’anatomia, conoscere la flessuosità dei tendini, la conoscenza della carne, l’intensitá dello sguardo. Ma c’è qualcosa di piú. Bisogna anche che il pennello si lasci trasportare, che accarezzi la pienezza del seni, la rotondità dei fianchi, la linea morbida dei capelli. E la figura a poco a poco si delinea: prima i contorni poi le sfumature, le zone d’ombra e quelle di luce. Ma nelle opere di Sonia Mutti, traspare qualcosa di diverso: c’è una forza che costringe le figure a liberarsi dall’opprimente realtà bidimensionale della tela per diventare delle donne vere, donne che si raccontano e che ci raccontano. Ci raccontano di attimi rubati all’intimitá, di lacrime furtive che rigano il volto, di lettere che non avremmo mai voluto leggere, di viaggi sognati e di incontri struggenti. Lo spettatore non puó restare indifferente: si lascia trasportare da queste storie, pazientemente ascolta tutto quello che questi occhi, queste labbra e questi colori riescono a comunicare. Ed è proprio l’idea di “comunicazione” un altro punto fondamentale dell’opera di questa Artista. Infatti, Sonia Mutti, gioca sapientemente con gli stereotipi femminili che il mondo televisivo e pubblicitario giornalmente ci pongono e, partendo proprio da queste icone moderne, dá il via ad un processo di distruzione offrendo, invece, una visione disincantata e sincera dell’universo-donna, donna come madre, come figlia e come amante. Ma anche preda, oggetto del desiderio o fragile creatura sospesa tra sogno e realtà. E diventa Pedina che si ribella alla soffocante presenza di mani maschili, e diventa Musa cosparsa di fiori e profumi, e diventa Strega ammaliando con le sue lunghe gambe, e diventa, ancora una volta, Donna.








L’immagine e l’essenza di Maria Teresa Palitta







In quale latitudine, il mistero-donna, non ha il suo canto? Il sussurro e il grido emergono, dalle profondità abissali, per rendere partecipe il cosmo, e la creatura esplode, dalle sue membra, come luce primigenia di cui si coprí la terra e si popoló nell’urgenza estrema dell’amore. “Quello che voglio esprimere non è solo la parte estetica del soggetto, ma quanto c’è oltre la vista dell’occhio”. Il contrario ci stupirebbe, ed entriamo, nelle sue orme, nella cavitá dell’anima, per conoscere i segreti e gli estremi che fecondano l’opera’la quale nasce perché ha un di dentro da cui parte la dinamica. Cosí il fascino si adorna di ulteriori armonie: la raffinatezze fisiche diventano fuoco metafisico, in uno sfondo idoneo, che pone in risalto la figura. Alcune opere, ad effetto monumentale, costituiscono un emblema, in un periodo basato sulle formule nella cui profondità manca la certezza di osannare il classico. Cosí, in arte, le approssimazioni trionfano. Il desiderio di libertá, trova nell’Autrice un modello essenziale; e il superamento accademico trova l’eleganza con la quale il suggestivo e il reale diventano ala primaria per effettuare il volo. La forza che la spinge possiede l’incantevole linguaggio dell’essere che vieta l’apparire e determina il ruolo; manifestare la vita; essere testimone, immergersi, nel mistero-donna, essendo donna, con sembianze umane e linee sovrumane, da conseguire, sul modello antico e in prospettiva eterna. La figura trascende il bio-fisico e si impone per eleganza. È l’era moderna, le barriere sono abbattute. Il nuovo giardino della terra assomiglia all’altro, prima che Eva si svegliasse e sentisse la nuditá come tremendo castigo. La Mutti propone il pensiero attraverso il corpo, e si libra, invadendo la traiettoria, pervadendola di linfa, poiché questo è l’alveo nel quale discende il seme fecondante. Cosí, Magnolia e Ortensia percorrono le vie dell’Eden. Le sensazioni si intersecano alla linfa stessa e producono un effetto. È l’effetto dell’arte, immagine ed essenza; l’impalpabilitá e spessore tra gli equilibri linguistici del presente-divenire, ovattato e mai sommerso, perché riceva e si unisca al resto della Creazione. Il suo ricevere è luce, modulo perenne, ansia di cantare, attesa. Cosí, il paesaggio e i fiori possono arricchire la scena tratta dal vivo: l’olio su tela prevale sulla tecnica mista, e la neve, o la solarità del girasole, completano lo slancio stilistico e lo rendono multiplo, come la terra su cui la donna e l’habitat si fondono, in un impeto geniale, e sfociano la tenerezza, l’attesa, il poema dell’essere, il desiderio, il bacio, il castello, il parco, l’orientamento e l’ordine. Ogni tipo d’emozione è finalitá stessa delle cose che danno significato al mistero dal quale sono tratte. È il fenomeno d’Artista che propone se stessa, senza imporre, con la capacitá del suono che spezza le solitudini e oltrepassa i limiti per mostrare quanto c’è oltre la vista dell’occhio. Ci sembra straordinario il fatto che l’arte sia alfabeto universale e che esprima ció che passa, attraverso la memoria, per osannare la terra con le sue altitudini e le sue pianure. È un mirabile progetto, quello della Mutti: rendere palese la coscienza, attraverso il corpo senza veli, perché sia chiaro il linguaggio, e l’innesto abbia luogo, nella memoria altrui, come seme fecondante. Ella tende all’equilibrio e riassume, in un sogno, le capacitá dell’anima. Intanto l’amore spazia, si fa largo, emerge, a sfondo nero, e propone la diagnosi: un’estrema ricerca di libertá. Il proposito di sfiorare i vertici.








Concorsi:






1. “2° Concorso di pittura estemporanea “ del Circolo Filologico Milanese. “ Il Castello e il suo Parco” tenuto a Milano il 15 Giugno 2003. Graduatoria tra i primi 20 su 150 partecipanti.



2. “Meno 30” organizzazione Associazione Culturale Marco Valdo tenuta a Città di Savigliano (CN) il 10 settembre 2003 con opere: “ Drappo Blu”, “ Ortensia”, “ La quiete”, “ Relax in terrazzo”, “L’amante”, “La Mulatta ( Amour). 3. “ Premio Arte 2003” organizzata da Giorgio Mondatori Editoriale, Tenuto a Milano il 29 Settembre 2003 con l’opera “ Malinconia”.



4. “ Premio Tempi Moderni” organizzata dalla Ass. Culturale OmniArtis a Venturina (LI), il 31 Marzo 2006







Mostre:



1. Mostra Dal 20 Dicembre 2003 al 8 Gennaio 2004.



Collettiva Tendenze Pittorico “ figurativo ritrattista” Presso la Galleria Modiglioni a Milano



2. Mostra Dal 7 febbraio 2004 al 21 febbraio 2004 . Collettiva “ Diverse ……emozioni” Presso la Galleria Minerva a Perugia



3. Mostra dal 7 Giugno 2004 al 29 Giugno 2004. Persola . Presso la Galleria “ Il Collezionista” a Roma



4. Mostra dal 5 Settembre 2004 al 26 settembre 2004. Manifestazione Artexit 04. Arte Contemporanea Cortona. Sponsorizzata dalla Galleria Minerva


Libri:




1. Protagonista insieme al 120 artisti al libro “ Cento Voci” pubblicato nel 2005/06, organizzato dal Critico Luciano Lepri.
















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